L'AREA BIMBI
Per la rubrica "cose che non si possono fare ai tempi del Corona-virus" ho deciso di raccontarvi del mio lavoro nell'area bimbi di un ristorante.
A pensarci oggi sembra una cosa quasi irreale.
Io e la mia collega tutti i sabati sera in quei pochi metri quadrati soffocate da quella che a volte diventava una vera e propria ressa. Gli Unni.
Certe volte un quarto dello spazio veniva portato via dalle scarpe lasciate all'entrata.
Il cancelletto di legno si rompeva ogni venti giorni, i bambini più piccoli ogni tanto avevano la labirintite e d'estate per areare tenevano aperto il portone. Non era esattamente la combinazione ideale. Bisognava avere 2500 occhi, soprattutto con i più piccoli... e i piccolissimi.
Sì, perché, benché sotto i tre anni potessero entrare solo accompagnati, molti, ma davvero tanti genitori facevano orecchie da mercante.
"Dai, vai con tuo fratello. Mamma è laggiù, nel tavolo dalla parte diametralmente opposta del ristorante. Basta che passi sotto tutti i tavoli, ti arrampichi sul bancone del bar, quando ti ritrovi nel magazzino delle bibite torni indietro, fai una giravolta, falla un'altra volta e dopo che hai rovesciato sei camerieri passandogli in mezzo alle gambe mentre hanno il vassoio pieno di bicchieri sei arrivato".
E come no!
Una volta a uno dei responsabili l'ho fatto presente:
"Prima o poi con questa cosa dei bambini sotto i tre anni divento Hitler"
"Occhio che Hitler l'hanno ucciso"
Poker face! Sei sicuro di volermi sfidare sulla storia.
"Occhio voi! Mussolini l'hanno ucciso. Hitler si è suicidato."
Il delirio.
Giravano dei personaggi.
Ricordo un bambino insopportabile che tirava per terra tutto quello che si trovava in mano e lasciava tutto in mezzo alla stanza. Quando se ne andava facevamo la OLA.
Dei tanti bambini che sono passati, però, ne ricordo uno in particolare.
Lo ricordo perché ho tutt'ora il dubbio che fosse un trentenne intrappolato nel corpo di un bambino di dieci anni.
Nel ristorante spesso mettevano la musica, un po' per tutte le età.
Non ricordo quale canzone ci fosse mentre disegnavo con questo bambino, so che abbiamo iniziato a parlare di musica e di canzoni.
"Quali sono i cantanti che ti piacciono di più?" mi chiede lui.
A me la musica piace un po' tutta e sul momento non saprei scegliere.
"Mah, non saprei. Me ne piacciono parecchi." gli rispondo.
"A me piacciono gli 883 e i Queen"
Accidenti! Un trentenne sotto copertura!
"Bei gusti! Piacciono anche a me!"
Decido poi di tentare con la domanda a trabocchetto. Era il periodo di "Andiamo a comandare", così gli chiedo:
"Ma Rovazzi? Non ti piace?"
"Sei matta! Che schifo!"
Sorrido e intanto penso
Avrai una vita diffi...Read the whole post...
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